Zocca ritrova i
suoi emigranti perduti
Servizio di Walter Bellisi
CAPITAN PASTENE (Cile) - Nel sud del Cile vive una comunità italiana di quasi
1.500 persone che per più di mezzo secolo è rimasta isolata, "dimenticata".
Caduta nel nulla, quasi come se non fosse mai esistita. Nel 1989, alla Consulta
regionale per l' emigrazione dell' Emilia e Romagna giunse un messaggio:
"Capitan Pastene chiama Modena...". Veniva dall'altro capo dell'emisfero. Subito
l'Ente si attiviò e le iniziative per recuperare quegli sventurati non si fecero
attendere. Nei giorni scorsi, a Capitan Pastene è arrivata una delegazione
emiliana composta da Antonio Parenti della Consulta, dal sindaco di Zocca Aldo
Preci e dal consigliere comunale zocchese Ebe Tintori. I due amministratori del
centro appenninico sono venuti qui per "sancire un legame duraturo e profondo
fra le due comunità" e hanno apposto la loro firma di fianco a quella del
sindaco del luogo, Rolando Flores, in un patto di gemellaggio.
La storia di questa comunità emiliana è drammatica. Agli inizi del secolo 83
famiglie lasciarono i loro monti ingaggiate dal loro conterraneo Giorgio Ricci.
Nel sud del Cile c'erano 63 mila ettari di terreno da colonizzare. E ci•
significava sicurezza, poter sfamare i figli, diventare possidenti. La terra ove
erano nati era troppo avara per famiglie tanto numerose. In 452 lasciarono
quindi le dolci montagne di Verica, di Pavullo, di Zocca, di Montese, di Guiglia
e di Castel d'Aiano con in tasca un regolare contratto. Ma quel suolo color
rosso mattone spezzò subito le loro speranze: i frutti attesi e promessi non
arrivavano. A fatica si sopravviveva. Si sentirono traditi. Per un decennio o
poco più mantennero i rapporti con i parenti in Italia. Poi, le missive si
fecero via via sempre più rare, fin quando i rapporti si interruppero.
Diversi
coloni fuggirono e loro discendenti oggi vivono nella capitale Santiago, dove la
quasi totalità è ben inserita, altri si spostarono in centri vicini a Pastene,
ma anche in Argentina. A Capitan Pastene pare che i ricchi non sono più di una
ventina - ci viene detto. Sono quelle persone che sono riuscite a inserirsi
nelle attività produttive, nel commercio. Da loro è arrivato anche il telefonino
cellulare, il computer. Ma questo è solo un granello di sabbia dietro il quale
balza agli occhi una situazione totalmente opposta.
Tantissimi discendenti dei
nostri montanari vivono in povertà e per alcuni di essi (non si sa quanti, ma
c'è chi dice molti e chi minimizza) si può parlare di indigenza. Come una
famiglia originaria di Missano di Zocca composta da 20 persone: padre. madre e
18 figli, che è rimasta ferma al modo di vita di un secolo fa. A Capitan Pastene
il primo brandello di strada asfaltata risale allo scorso anno.
(Il Resto del Carlino, 4 maggio 1998)