Verranno potenziati i rapporti col Cile
Servizio di Walter Bellisi

CAPITAN PASTENE (Cile) - Rolando Flores sindaco di Lumaco e Aldo Preci sindaco di Zocca, domenica hanno firmato un patto di gemellaggio fra i loro rispettivi comuni. Entrambi hanno sottolineato che il "legame sarà duraturo e profondo", che saranno promossi rapporti "finalizzati a scambi culturali e documentari nei diversi campi che riguardano ambedue le comunità" e si sono impegnati "ad effettuare insieme approfondite verifiche e a cooperare", fra l'altro, nei rapporti economici e commerciali. Antonio Parenti ha assicurato che "proseguirà nel suo impegno per far sì che anche la Provincia di Modena e la Regione Emilia e Romagna possano sottoscrivere accordi di collaborazione". Ebe Tintori, consigliere comunale di Zocca, ha fra l'altro sottolineato la generosità e l'ospitalità che ha trovato negli abitanti di questo paese.
Quella di domenica è stata una cerimonia molto sentita da un buon numero di Italo_pastenini. Ed è stata anche un'occasione per una "rimpatriata" di figli e nipoti di quei coloni che "fuggirono" da Capitan Pastene per cercare di farsi una vita migliore altrove, nella capitale Santiago, a Puren, a Traiguen, a Los Sauces, a Los Angeles, a Temuco, ad Angol e a Conception.
Sono intervenute anche alte autorità di governo cilene. La messa è stata celebrata da don Giovanni Leonelli, originario di Zocca, che è anche insegnante all'Università di Temuco. Toccante la visita al cimitero dove sono sepolti i coloni pionieri. L'incontro con gli emigranti nella palestra, è stata una festa all'insegna dell'italianità. Si sono levati improvvisati canti d'altri tempi. Alcuni dei più anziani hanno esordito con filastrocche che avevano imparato dalla voce dei nonni o dei bisnonni.
Da Temuco è arrivato Giovanni Cassanelli con la famiglia, nato qui a Capitan Pastene, che pare se la passi bene. É titolare di una falegnameria. All'occhiello della giacca porta il distintivo Rotary Club. "Sono stato presidente qualche anno fa" - dice orgoglioso. É originario di Zocca. "Io mi chiamo Giacomo Giacomozzi" - esordisce un giovane che parla abbastanza bene la nostra lingua e mostra felice il passaporto italiano che ha ottenuto da pochi giorni. "Me lo ha fatto avere Antonio Parenti, grazie Tonino". "Io abito a Puren, faccio l'autista di camion, ma ho lavorato anche in un'officina meccanica. Sogno l'Italia, vorrei venirci a vivere, per sempre. Il mio bisnonno, il colono, si chiamava Palmo, veniva da Rocca Malatina. Mi diceva che era più bella l'Italia di notte che il Cile di giorno. Non sono mai stato in Italia, sogno l'Italia". Anche Carlo Ballotta sta studiando l'Italiano: un giorno vorrebbe conoscere la terra dei suoi avi. Incontriamo Angelica Viani Castagnoli che ha un problema col suo cognome. Il bisnonno Lodovico nato a Marano sul Panaro era un Castagna, diventato poi, per sua scelta, Castagni e, una volta in Cile, Castagnoli. "Io voglio chiamarmi Castagna, il vero nome" _ dice. Qui tutti portano due cognomi, quello del padre e quello della madre. C'è perfino chi, figlio di padre Cileno e madre italiana, sul biglietto da visita ha scritto il solo cognome della madre preceduto dalla sigla iniziale di quello del genitore. Avere origini italiane, europee, fa prestigio.
(Il Resto del Carlino - Modena, 5 maggio 1998)

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