Anacleto Angelini
Lo Zio del Cile
Servizio di Walter Bellisi

SANTIANO DEL CILE - É il più ricco del Cile, è uno quattro più ricchi dell'America latina e il suo nome figura nella classifica dei primi 100 uomini più ricchi del mondo. Stiamo parlando di Anacleto Angelini, 84 anni, sposato senza figli, che 50 anni fa lasciò la sua Bondeno di Ferrara per andare in cerca di fortuna oltre oceano.
Vive nella capitale del Cile, Santiago, dove ha il suo quartier generale dal quale controlla numerosissime società, nelle quali vanta partecipazioni che sono state valutate oltre quattro miliardi di dollari statunitensi, qualcosa come sette mila miliardi di lire italiane.
Per gli italo-cileni di Santiago, Angelini é don Anacleto, "il numero uno" - dicono compiaciuti e con orgoglio. "Da diversi anni" - aggiungono - "raramente lo si vede in giro, fra noi".
Tipo riservato, schivo alle interviste, cattolico fervente, lo abbiamo incontrato alla parrocchia italiana in Santiago. Come numerosi nostri emigranti si era recato in questa chiesa per assistere a una messa celebrata in suffragio di un suo amico morto pochi giorni prima a Modena, Ermanno Orsini. Era in compagnia della moglie, pure italiana.
- Sig. Angelini, un'agenzia specializzata in ricchezze planetarie l'ha classificata fra gli uomini più ricchi del mondo.
"No, no, no..." -  ripete scuotendo la testa in segno di disapprovazione mentre accenna a un sorriso.
- A che cosa deve il suo successo?
"Deriva dalla costanza e dalla fortuna di cui uno sempre ha bisogno, oltre alle possibilità che offriva il paese, evidentemente. Io credo soprattutto di non perdere mai di vista la franchezza e l'autenticità. Non potrei rispondere diversamente".
- Si dice che lei controlli oltre 50 società di primaria importanza?
"Io mi sono occupato di tante cose... di alcune anche forse senza averlo saputo".
Angelini iniziò la sua ascesa economica nel 1956 con la produzione di farina di pesce. Un altro cavallo vincente lo trovò anche nel settore del legno, con la cellulosa, tanto che oggi, tramite le sue aziende, ne è uno dei primi tre produttori mondiali. É sua anche la compagnia petrolifera Copec, la più importante del Cile, e si dice sia proprietario di vastissime estensioni terriere e di fabbricati.
"Lasciai l'Italia 50 anni fa, nel novembre del 1948" - racconta. Fino a quel momento la fortuna non lo aveva però favorito. L'investimento in Etiopia negli autotrasporti era stato un mezzo disastro. Tornato a Ferrara, decise di seguire alcuni amici pronti ad emigrare in Venezuela, ma all'ultimo momento cambiò idea. Si imbarcò per il Cile, dove un conoscente gli affidò una linea di produzione di vernici che fu la prima pietra del suo strabiliante successo.
- Ha rapporti d'affari con l'Italia, con la sua Emilia, con Bologna, Modena... ?
"Si. A Modena, ad esempio, abbiamo avuto per vario tempo un buon cliente al quale fornivamo farina di pesce. Era un è che produceva farina di carne. Ricordo che aveva uno stabilimento nuovo, situato poco prima di Modena, per andare a Carpi, mi sembra. Suppongo sia ancora fra i nostri clienti. Non ne sono certo, io ora non mi occupo più di questo".
- Conosce Modena, vedo?
"Conosco bene Modena. Sono stato molte volte al ristorante da Fini a anche da atre parti".
Anacleto Angelini, con molta discrezione, è presente anche in campo sociale. Col suo aiuto, padre Baldo Santi ha realizzato la prima clinica del Cile per malati terminali di Aids.
Il nostro affermatissimo emigrante non ha mai rinunciato al passaporto italiano e il Cile gli ha concesso la cittadinanza onoraria.
Dice che si reca raramente a Ferrara, ma quasi tutti gli anni trascorre una vacanza sui nostri laghi della Lombardia.
(Il Resto del Carlino, pag. 19, 22 maggio 1998)

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