Lea Orsini
Camera di Commercio stile estense
Servizio di Walter Bellisi
SANTIAGO
(Cile) - Da otto anni una signora con origini bolognesi e ferraresi ricopre
l'incarico di presidente della Camera di Commercio Italiana in Cile. Il suo
mandato è ora giunto al termine e non può essere rieletta una terza volta. Si
chiama Lea Orsini, è nata a Ferrara e ci dice di aver vissuto con la famiglia a
Bologna in via Galliera.
Ci riceve nella sua agenzia di viaggi "Turismo Orsini 1946", che si trova nella
centrale e molto trafficata Huerfanos della capitale Santiago, unitamente a una
delegazione emiliana composta da Antonio Parenti della Consulta regionale per
l'emigrazione, da Aldo Presi e Ebe Tintori, rispettivamente sindaco e
consigliere del comune di Zocca in provincia di Modena.
Dietro la sua scrivania campeggia una gigantografia con un'immagine di Bologna
di qualche secolo addietro. Bologna ha dato i natali a suo padre Bruno Orsini,
che emigrò in Cile nel 1946, dopo aver combattuto la seconda guerra mondiale e
dopo aver trascorso un duro periodo di prigionia in Germania. Sua madre, Velia
Titi, era invece di Ferrara.
Dinamica, concreta, molto sicura di sè, Lea Orsini ha una profonda conoscenza
della realtà economica del Cile e dell'Italia, ed è un importante punto di
riferimento degli imprenditori italiani che vivono nel Paese sudamericano la cui
economia, da quattordici anni, cresce a ritmi del 6 - 7 per cento all'anno, un
boom paragonato a quello italiano degli anni Sessanta.
In Cile vivono almeno due milioni di italo-cileni che "ricercano sempre più
prodotti provenienti dal loro paese di origine" - dice la presidente Orsini.
"Quello cileno - continua - è un mercato che può diventare importante anche per
le jount venture, specialmente nel manifatturiero. La mano d'opera qui è a buon
mercato, ma l'operaio non è qualificato, è un buon operaio, che ha bisogno di
specializzarsi. Col legno si possono fare discorsi importanti,. Qui c'è tanta
materia prima e gli italiani sono molto bravi a lavorare il legno".
Dopo la recente caduta della "barriere sanitarie", in Cile è iniziata anche
l'importazione di prosciutti. "É in continua crescita" - ci dice la Orsini -.
"Dopo anni di lavoro, siamo riusciti a sbloccare l'importazione di prosciutti" -
continua. "I consumi di questo prodotto sono in aumento e dall'Italia ne
arrivano grossi quantitativi. Lo comperano gli italiani, ma vedo che piano piano
anche i miei amici cileni lo gradiscono. Ancora l'importazione non riguarda il 'Parma',
ma prosciutti di prezzo inferiore. Noi stiamo lavorando molto con le Camere di
Commercio emiliane e romagnole".
(Il Resto del Carlino - Ferrara, 6 agosto 1998)