Highwood, paese di bolognesi
di Walter Bellisi
Fu la più grave
sciagura mineraria della storia degli Stati Uniti d'America, con un bilancio di
morti spaventoso: 259. Di questi, 40 erano emiliani: 6 di Lizzano in Belvedere
(Ciro Bernardini, Celso Castagnoli, Ugo Filippi, Franco Marchioni, Alberto
Palmieri, Eugenio Taglioli) e 1 di Castel di Casio (Domenico Stefanelli), 15 di
Fanano, 9 di Pavullo, 5 di Montefiorino, 3 di Montese, 1 di Sestola. Accadde il
13 novembre 1909 a causa di una banale leggerezza: gocce d'olio di una torcia a
cherosene cadendo sopra a un carico di fieno destinato alle scuderie dei muli,
che si trovavano nella parte inferiore della miniera, generarono un incendio
lungo le gallerie. Il fuoco si propagò velocemente. Gruppi di minatori
riuscirono a raggiungere la salvezza; altri rimasero intrappolati da aria
irrespirabile e da lingue di fuoco. Antenore Quarantoli, di Boretto Emilia, fu
uno dei superstiti. Nel 1907 raccontò in un libro quei tragici otto giorni in
cui visse nelle “viscere della terra”. “Per bere - scrisse - facevamo buchi per
terra e ci bagnavamo le labbra. Spesso bevevamo fango misto a carbone, ma andava
bene lo stesso”. I soccorritori non riuscirono a superare il secondo piano della
miniera perché respinti dalle fiamme. Il fatto creò grande impressione negli
Stati Uniti. Le responsabilità furono imputate alla compagnia mineraria
statunitense St. Paul Coal Company, che aveva iniziato ad estrarre carbone a
Cherry nel 1905, la quale fu persino accusata di aver chiuso le vie di uscita
della miniera per evitare che l’incendio si propagasse ulteriormente. Negli
Stati Uniti fu grande la risposta pubblica in favore dei familiari delle
vittime. E dopo questa tragedia furono modificate le leggi dello stato,
introducendo regole più severe in favore della sicurezza dei minatori. La
miniera, inattiva, fu poi acquistata da Charles Bartoli, originario di Sestola.
La Consulta regionale emigrazione e immigrazione, presieduta dal dottor Ivo
Cremonini, è in contatto con nostri emigranti che vivono a Cherry e in altre
luoghi dello stato dell’Illinois, fra i quali Highwood e Higland Park dove
vivono diverse migliaia di persone con sangue emiliano che hanno conservato le
tradizioni della loro terra di origine. Sta cercando di dare vita a
un’associazione di emigranti e loro discendenti, con origini emiliano romagnole,
che avrà lo scopo di consolidare e mantenere vivi i legami fra la nostra
comunità e la loro.
(Il Resto del Carlino - Bologna, 29 settembre 2001)