Con una valigia di cartone
di Walter Bellisi

Tra la seconda metà dell’800 e quella del ‘900 molte migliaia di braccia lasciarono il modenese. Ma non furono solo i montanari ad andare verso nuove frontiere con la valigia di cartone e un carico di speranza. Un fortissimo flusso migratorio ci fu anche nella Bassa. Nel 1888, Modena era al ventesimo posto nella graduatoria nazionale delle province con più alto numero di emigranti e al primo in Emilia Romagna. Quell’anno ci furono 4329 partenze per paesi non europei e 344 europei. Oltre la metà partivano dal circondario di Mirandola: le destinazione preferite i porti di Buenos Aires in Argentina, San Paolo in Brasile e New York. Da Cavezzo, sempre nel 1888, emigrarono 415 persone, un quarto della popolazione residente; la vicina frazione di Disvetro rimase praticamente disabitata. Durante gli ultimi due decenni dell’800 e i primi del '900 ci furono numerosissime partenze dalla fascia appenninica che da Pievepelago, comprendendo Sestola, Fanano e Montecreto, si estende fino a Montese e ai comuni bolognesi di Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere e Porretta Terme. Le più massicce verso questa zona degli States furono da Pievepelago, Fiumalbo e S. Annapelago. Erano giovani che andavano a lavorare nelle miniere di carbone dell’Illinois, principalmente della contea di Putnam: a Toluca, Mark, La Salle, Cherry, Ladd e Standard ed altre. E quando queste coal mine furono chiuse, gran parte dei nostri emigranti si trasferirono nelle cittadine di Highwood e Highland Park, a nord di Chicago. Nel 1904 e 1905, da Pavullo, Guiglia, Zocca, Montese e altri comuni anche del bolognese, partirono per il Cile 500 persone, che fondarono Capitan Pastene.
Degli emigrati emiliano romagnoli nel mondo, delle comunità di modenesi all’estero in particolare quelle in America latina e i loro rapporti con i paesi di provenienza, se ne parlerà oggi nel corso del convegno che si svolgerà a Modena nella sede della Provincia (ore 9) e domani a Concordia nell’auditorium della scuola di musica (via Lenin 40, ore 9). Nel corso dell’iniziativa promossa da Provincia di Modena, Regione Emilia Romagna, Comune di Concordia con il contributo del ministero degli Affari esteri e in collaborazione con l’istituto per la Storia della Resistenza di Modena, saranno illustrati anche i primi dati di una ricerca sugli emigrati modenesi che saranno raccolti dalla Provincia nel primo "Atlante dei modenesi nel mondo". “Scopo del convegno – afferma Mario Lugli, assessore provinciale alla Cultura – è riscoprire le comunità e le tradizioni modenesi sparse nel mondo. Il progetto dell’Atlante intende fare emergere una provincia molto più vasta e varia di quella che avremmo potuto immaginare". Nel corso del convegno saranno approfonditi anche i temi legati alle emigrazioni politiche durante il fascismo, l’emigrazione forzata durante nel terzo Reich (che registrò una partecipazione record da Modena) e l’emigrazione religiosa. Sabato, a Concordia, l’attenzione si concentrerà sull’emigrazione dalla bassa modenese e sul caso di Porto Real in Brasile, un tema al quale sono dedicati anche un libro e una mostra quali iniziative collaterali al convegno.

Il Piccolo Pastene
Lo vollero concepire prima di lasciare l’Italia per il Cile. E Pastene Fulgeri è stato il primo nato a Capitan Pastene, il paese che si trova nella regione dell’Araucania, ai piedi delle Ande, fondato dai Friganesi protagonisti dell’emigrazione modenese più sfortunata. I suoi genitori, Guglielmo Fulgeri e Giacinta Donini, lasciarono i loro monti di Verica di Pavullo il 2 febbraio 1904: sette mesi dopo, esattamente il 12 settembre successivo, vide la luce quel bambino a cui verrà dato il nome Pastene, per ricordare la prima nascita in questa, per loro, nuova terra. Pastene sposò Giovanna Iubini, nata a Castellino delle Formiche di Guiglia il 15 maggio 1902. Sono morti alcuni anni fa: erano diventati “la reliquia del pueblo”.
w. b.
(Il Resto del Carlino - Modena, 26 ottobre 2001)

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